mercoledì 21 novembre 2012

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Movement Torino Music Festival 2012 - Diary


Dopo un'attesa infinita, seguita dall'annuncio della line up, finalmente arrivano i giorni in cui Torino si appresta a vivere una settimana di vero clubbing. Sono i giorni di Movement, il festival di musica elettronica che ormai da un paio d'anni esalta tutto il Nord Italia. 

Quest'anno il festival si è svolto tra il 27 di ottobre e il 3 di novembre, ed è stato anticipato da numerosi party denominati "Road To Movement", che hanno visto la partecipazione di artisti quali Guy Gerber, Soul Clap, Julio Bashmore, Wolf + Lamb e molti altri. 


Opening party.

Lumiq Studios, Torino, 27 ottobre.
Già di per sè la parola Circoloco fa venire in mente momenti di puro delirio, ma se poi in consolle ti ritrovi Seth Troxler, The Martinez Brothers, Renè e Sossa, il gioco è presto fatto. 
E se poi provi a pensare che i bassi rotolanti dei giovani fratelli americani si fondevano alla perfezione con le sonorità più acide e progressive del fondatore di Visionquest il tutto comincia ad acquisire contorni un pò pazzi.

The Martinez Brothers & Seth Troxler
Ma se poi realizzi anche che il back to back di oltre 5 ore è stato programmato in uno studio di registrazione televisivo totalmente insonorizzato e dotato di un impianto audio fuori dal comune cominci a domandarti come hanno fatto 1.500 persone ad uscire tutte sulle loro gambe da lì dentro il 28 ottobre alle 5 del mattino.
Unica direzione conosciuta a quell'ora dalla folla saltellante?
Beh, il Pier club dei Murazzi, dove Seth e i Martinez hanno continuato a tenere tutti svegli fino all'una del pomeriggio.
Non male come apertura.
Roba da fare la conta dei superstiti a fine serata.


Main show.

Torino Esposizioni, Torino, 31 ottobre.
Il main show, come dalla prima edizione, ha avuto luogo il 31 ottobre, ma quest'anno gli organizzatori hanno deciso di cambiare la location trasferendo il festival a Torino Esposizioni, presso il padiglione 5. Una location esclusiva, facilmente raggiungibile dai mezzi pubblici e con un ampio parcheggio. Si sono esibiti in questo final show i 2MANYdjs, alla loro seconda apparizione al festival e Chris Liebing, vero protagonista dell'evento che ha proposto un set in perfetto stile CLR, con il sound che lo ha consacrato come uno dei dj techno più richiesti degli ultimi anni. Vero peccato solo la mancanza di MAETRIK aka Maceo Plex, che ha dovuto annullare la sua comparsa per un infiammazione al nervo uditivo.  A sostituirlo il beniamino del pubblico torinese Lollino che a cavallo tra Liebing e Ali Shirazinia in arte Dubfire non ne ha fatto di certo sentire la mancanza.

Chris Liebing
Nella seconda sala, si sono invece esibiti nell'ordine Shaun Reeves e i Cobblestone Jazz (trio formato da Mathew Jonson, Daniel Tate e Tyger Dhula) che hanno infiammato il pubblico con un live di grande caratura. 
A seguire i Tale of us ed in chiusura un super Davide Squillace. E' bello finalmente riconoscere tre italiani in chiusura al festival "elettronico" forse più importante della Penisola.

Tale of us
E a fine serata?
A fine serata di corsa verso il Jam club dove alle 6 del mattino iniziava l'after party ufficiale con Dixon & friends...ogni descrizione di quel che è stato, dalla musica all'atmosfera, sarebbe superflua ed insignificante.
LA FESTA.

Closing party.

Jam club, Torino, 3 novembre.
La festa di chiusura ha avuto luogo al Jam Club con una line up da far drizzare i capelli: in consolle c'erano il trio formato da Dan Ghenacia, Dyed Soundorom e Shonky chiamato APOLLONIA ed uno dei padri fondatori della techno, Derrick May. 
Derrick si è esibito in un dj set da brividi, suonando vinili con maestria e facilità, senza fossilizzarsi su Detroit ma mettendo veramente groove di ogni tipo, tutto e di tutto, uno dopo l'altro, non una sbavatura. 

Derrick May
Per quanto riguarda invece Apollonia si può certamente dire che sia il trio delle meraviglie: deep e tech house che solo loro sanno suonare in quello che è stato forse il migliore dj set dell'intero festival.



Thanks to: 
Fotografi Movement per le immagini
Simone Giletta per il testo

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