sabato 23 marzo 2013

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Beauty & Vinyls

Ancora oggi, in qualche modo, sorprende vedere delle signorine smanettare dietro la consolle.
Eppure il djing ormai si sa, non è più solo una cosa pour homme, come l’eau de toilette,
e sono le dj per prime a bannare l’idea del “mono-sex” ai piatti. 
Al massimo c’è l’unisex. 
Se sei bravo ti guadagni la consolle, altrimenti ritorni in pista.
Sebbene  vi siano ancora molti critici che vogliano separare le “tette dalle palle”, 
nel vero giornalismo musicale tutto ciò non esiste. 
Non c’è battaglia dei sessi ora come ora a “Clubland”, 
solo talento, creatività e voglia di scuotere gli animi. 
Loro ne sono la dimostrazione.

THE BOSS: ELLEN ALLIEN


Artisticamente nata a Londra ai picchi della acid-house, 
questa donna ha raggiunto livelli di realizzazione professionale a cui tuttora molti dj di alto livello aspirano. 
Dj/producer, padrona della Bptich Control, stilista, 
si è esibita nei club che contano a partire da pietre miliari come l’E-Werk
 (il primo club con una location industriale). 
E’ responsabile tanto quanto artisti come Richie Hawtin, Ricardo Villalobos e
 Sven Vath dell’esportazione della techno a livello mondiale. Ha alle spalle più di 10 tour del globo. 
La sua label, che quest’anno vanta 14 anni di produzioni, si può definire affamata di sound e spazia tra tutte le sfumature della musica...dalla techno all' elettronica passando per la dubstep.
Agli inizi di Marzo uscirà un nuovo album su Bpitch Control intitolato “Where the Wind Blows”
 che impegna artisti di vario calibro come Dillon, Telefon Tel Aviv, Eating Snow, Joy Wellboy, Jahcoozi feat. Barbara Panther, Mr. Statik, Camea, Tomas Barfod, Chaim, David K, Aérea Negrot, Viadrina, Kiki and Jaw, Thomas Muller, Cormac and Apparat. 
In una recente intervista su Ransom Note ha confessato 
che l’artista che ora come ora che la emoziona di più è Dillon. Viva le donne? 

MAGDA: MINIMAL QUEEN


Che mondo sarebbe senza Richie Hawtin? 
Sicuramente se l’è chiesto un paio di volte quella che oggi viene 
considerata la regina indiscussa della minimal. 
Un incontro, il suo, alla sliding doors, che ha lanciato la sua carriera verso l’infinito e oltre. 
Assieme a Troy Pierce era la pupilla della Minus a cui fa capo il master-chef della minimal stessa. 
Di diritto figlia della seconda ondata di dj marchiati Detroit. 
Insieme  a Pierce e Marc Houle è diventata produttrice, dopo anni di djing
realizzando una propria etichetta: Items and Things. 
Magda è curiosa per definizione, sperimenta combinazioni techno, house ed acid house infilandovi suoni organici, impregna i suoi EP con bassline viscerali che ti trascinano dritto nel lato oscuro della musica. 
Una base densa che avvolge e anestetizza i sensi, scomposta solo da sonorità avveniristiche. 
Quando dico questo vi basti ascoltare tracce come “Panna cotta eyes” o
 “She’s a dancing machine” per citare le più celebri.

GROWING FAST: MAYA JANE COLES e LAURA JONES



Queste sono le due Dj sotto i riflettori della popolarità in questi ultimi due anni. 
Made in Uk, entrambe si possono dire “giovani” artiste: 
Maya di età, ma già con quasi 10 anni di esperienza; 
Laura, più matura, ma di fatto entrata nel mondo del djing nel 2006. 
Tutte e due possiedono una solida cultura musicale che ha influenzato il loro stile: Laura di formazione classica e della primitiva dance-pop, ha un approccio melodico con bass line vibranti, mentre Maya con un background che va dalla  Dub al Punk passando per Soul e Jazz, è sicuramente la più eclettica fra le due. Imposta spesso suoni vivaci, mischiandoli con vocalità elaborate. 
Il 2011 è stato decisamente l’anno del lancio di Laura che ha fatto centro 3 volte su 3 
con le sue releases “Inner place” (Crosstown Rebels), “Love in me” (Leftroom) e 
“Live a little” (Visionquest) al top delle charts per lungo tempo.  
L’ultimo EP è fresco fresco: ”Sensoramic” su Visionquest. Again.
La lista per Maya sarebbe troppo lunga sia come collaborazioni che per quel che riguarda mixes, date e produzioni. 
Il suo successo è arrivato anch’esso nel 2011, lo testimoniano le numerose copertine 
di alcuni più importanti magazine del settore e non (Groove, Crash, Vogue,etc.), 
entro i primi mesi del 2012 si è esibita in più di 30 Paesi. 
A fine anno, per chiudere in bellezza, 
ha rilasciato l’album “Easier to hide” debutto della sua label I/AM/ME.

FROM RUSSIA WITH LOVE:  NINA KRAVIZ


Siberiana e amante dell’analogico. 
Mentre ve la immaginate in tutto il suo splendore con indosso le cuffie (e i vestiti vi prego), 
siete ipnotizzati dalla sua house coi tacchi a spillo.
Groove raffinato ed essenziale allo stesso tempo, una buona andatura e 
loop astratti che ti proiettano in un atmosfera post-nucleare in perfetto stile Panorama bar. 
Nina esula da uno stile e da ogni riferimento, segno di una forte personalità e di voglia di stupire. 
Lo dimostrano i diversi percorsi sonori intrapresi tra UQ, Rekids e Naif in un’alternanza di house selvaggia, colpi di frusta in cassa dritta e vocalità digitali. 
Di fine gennaio sono i remixes usciti su Rekids di Marcellus Pittmann e 
Urban Tribe su tracce come Taxi Talk e Working che non fanno che esaltare il lavoro di Nina.

And don’t forget…

Blondish

Margaret Dygas

Heidi

Deniz Kurtel

Cassy

Tini

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