martedì 12 gennaio 2010

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FOCUS ON KATE SIMKO / Intervista (IT)




-Ciao Kate, come stai?

Bene, grazie :-).

-In che modo stavi occupando il tempo prima di cominciare a rispondere alle domande della mia intervista?

Sono sull'aereo, volo a casa, Chicago.

-Come sta andando il tuo “giro intorno al mondo”?

Mah, negli ultimi mesi non ho poi viaggiato molto, mi sto concentrando molto di più sulla musica. Sto lavorando al mio primo solo album così ho bisogno di relax e preferisco sostare per periodi più lunghi nelle località dove mi reco a suonare.

-Ti piace viaggiare o è ormai solo più un obbligo lavorativo?

Amo viaggiare, negli ultimi anni è diventato super-accessibile, mi sento fortunata nel poterlo fare, esplorare il mondo è un lato stupendo della mia vita.

-Quanto tempo è che fai questa vita?

Suono il pianoforte da quando avevo 5 anni, in un certo senso la musica è parte della mia vita e del mio modo di esprimermi da quando ho memoria. Il piano era l'unica cosa in cui eccellevo quando ero piccina (non lo sport, non il balletto ecc.). E' sempre stato il mio modo di riempire le giornate. Poi quando compii 19 anni, forse 20 son passata dal pianoforte classico a produrre la mia musica.

-Sono uno dei più grandi fan delle tue produzioni ma l'unica volta che ti ho sentita è stato a Londra quest'anno, al The Lightbox. Non so perchè ma prima di quella notte ero convinto di andare a sentire un djset funky, minimal invece hai suonato techno! Sto sbagliando o i tuoi set esulano da ciò che produci in studio?

Hmmm, io penso che i set di ognuno siano differenti dalle sue produzioni a meno che non si decida di suonare solo tracce proprie, no:-)? Comunque sì, sono sempre stata molto eclettica. Ho cominciato a suonare alla radio del college a fine anni '90 e in quest'esperienza mi sono abituata a suonare un pò di tutto, mi piacevano IDM, jazz, musique concrete, soul, downtempo e, ovviamente, house e techno.
Ora continuo a fare così nei limiti del possibile. Suono tutto dalla tech-house alla minimal, dalla Chicago house alla Detroit techno. Dipende dal mio stato d'animo e dall'atmosfera.


-Che cosa pensi dell'mp3 nel mondo della musica? Ti piace o no?

Sono felice che tutti possano avere un facile accesso alla musica tramite gli mp3 online, ma penso che il vinile suoni meglio e senza dubbio i file wav suonano meglio degli mp3.

-Quali artisti ti hanno totalmente cambiato la vita? Qual'è l'album più straordinario che hai comprato?

Gli artisti della Warp a meta anni '90. Quelli sì che mi hanno cambiato la vita. Prima di loro la dance non esisteva, tutto era basato su loops ripetitivi e samples. Non avevo mai pensato prima alla possibilità di suonare la mia musica con un background elettronico. Conoscevo la Chicago House, la techno di Detroit e qualche dj Newyorkese. Ascoltavo drum'n bass. Quando mi trasferii a Miami nel '97, qualche amico nella scena IDM mi fece conoscere Plaid, Black Dog, Autechre e Aphex Twin. Questo mi cambiò la vita. Realizzai che le persone erano in grado di comporre musica elettronicamente. Sono sempre stata una fanatica della teoria e questa nuova prospettiva era la cosa più eccitante che potessi scoprire. Non sono mai stata capace a comporre interamente su un MPC o cose simili, mi piace vedere la progressione lineare di una canzone, amo poterla visualizzare, osservare. Appena scoprii che tutto ciò era possibile farlo con Logic Audio (era il '97) incominciai a domandarmi sullo studio del pianoforte e decisi di lanciarmi sulla musica elettronica. Ne ero troppo affascinata.
Comunque l'album più sorprendente che ho comprato, wow, questa sì che è una bella domanda. Penso che la risposta per quel che mi riguarda sia “Lush life” - John Coltrane. Non è necessariamente il mio preferito di Coltrane ma di certo è quello che mi ha colpito di più. Rappresenta la transizione dai virtuosismi jazz dei suoi primi dischi al free jazz style. Comprai quest'album in CD e spesso mi è capitato di camminare per le strade di Santiago, Cile ascoltandolo sul mio CD-player (ho vissuto lì nel 2001), sentivo quei continui armonici cambiamenti e quegli assoli senza sosta e li avrei ascoltati ancora e ancora e ancora. Sono sorpresa sinceramente che quel CD suoni tutt'ora...

-Su Beatport sei tra “I miei artisti”, come ti senti ad essere apprezzata per la tua musica da qualcuno in Italia e nello stesso momento, per esempio, da qualcun'altro in Giappone? Che effetto fa avere attenzioni da ogni parte?

E' una gran cosa poter raggiungere chiunque con la propria musica. E' un gran vantaggio poter comunicare con tutto il mondo. E' una motivazione senza pari avere la certezza che la tua musica possa essere ascoltata ovunque.

-Non sei solo una dj, questo ormai è chiaro:-)! Dimmi qualcosa in più sulla Kate musicista, quello che ti viene in mente.

Ciò che veramente mi affascina sono le strutture, l'armonia, i colori, non i virtuosismi. La prova del nove per me è testare se una canzone trasmette emozioni all'ascoltatore. Una canzone può suonare cool e orecchiabile ma se chi ascolta non si emoziona e l'intento artistico dell'autore non viene percepito, se la forza espressiva non può essere colta allora una canzone si perde in una nota.

-“Take you there” secondo me è una delle produzioni più belle dell'anno appena terminato. Hai voglia di dirmi qualcosa in più sulla nascita di questa traccia?
I
nnanzitutto grazie per le tue parole. E' stato il mio pimo singolo dopo “She said” su Spectral sound. Stavo facendo un tentativo di commistione tra tech-house e Chicago aggiungendo qualche suono più recente ma il ritorno alla house non faceva per me. Dico questo perchè “Take you there” ha richiesto una ricerca profonda e molto tempo. Ho provato a fare una serie di canzoni house e alla fine le ho messe tutte insieme. Separatamete suonavano tutte molto dozzinali...Alla fine avevo fatto qualcosa di molto meno melodico rispetto a ciò che all'inizio avrei voluto fare.

E ora 3 domande che mi piace porre un pò a tutti:

-Qual'è, al giorno d'oggi, l'artista più sorprendente che ti viene in mente? Interpreta la domanda come preferisci.

E' troppo difficile per me fare una scelta. Ce n'è troppi e nessuno esisterebbe senza ciò che è stato composto anni e anni fa.
Ti dico i miei artisti preferiti:
Chopin, Debussy, Eric Satie, Miles Davis, John Coltrane, Nina Simone, John Lennon, Stockhausen, Brian Eno.

-Chi o cosa porterai con te alla fine del mondo? 3 cose...

Mio marito, cibo e acqua.


-Qual'è il momento più emozionante che hai vissuto grazie alla musica, grazie alla tua passione per essa?

Vedere il mio primo EP appeso al muro di Gramaphone records a Chicago.

Grazie del tempo che ci hai dedicato Kate. E' stato un piacere. E'stato molto divertente, giustamente inaspettato.
A presto qui o la.

ML

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