Chissà quanti critici già hanno provato a definire e catalogare la musica di James Blake cercando di etichettarla con qualche stupido nome tipo Synthetic-Pop...DIO! ABORRO!
Non posso credere che il passatempo preferito di coloro che scrivono di musica sia "classificarla", chiuderla in una scatola attaccandoci un pezzo di carta con su scritto "questo genere qui" o "quel genere là".
Siamo sinceri, fino all'altro ieri la metà della gente che ora osanna questo giovanotto inglese che ancora deve compiere 22 anni manco sapeva chi fosse.
Sono anni però che James Blake compone musica.
Per l'esattezza, il piccolo genietto britannico suona dubstep nei locali più underground del Regno Unito dall'età di 14 anni.
"James Blake" omonimo album d'esordio pubblicato su Atlas ad inizio 2011 è già un punto d'arrivo per il suo autore, tant'è che per il suo concerto gratuito in programma il 21 Aprile a Milano i biglietti sono finiti in 5 minuti.
L'elettronica cruda e spezzata del primo CD di James Blake non è altro che la massima evoluzione di ciò che l'artista ha portato in giro per l'Inghilterra e il mondo negli anni passati saltando di consolle in consolle. Ciò che maggiormente differenzia "JB" dai lavori precedenti (vedi CMYK ep) di Blake è la maggiore presenza della voce che ora non è più spezzata, veloce e ripetitiva.......crea melodie...le tracce dell'album sono canzoni che regalano emozioni ad un ascoltatore che, ovviamente, abituato al Pop invadente e devastante che passa per radio attualmente, non potrà apprezzare al primo ascolto. Chi ama il basso però sì, lui si innamorerà al primo secondo.
Io personalmente trovo quest' album una versione edulcorata di quello che Blake ha fatto prima di ciò e per questo credo di non sbagliarmi definendolo in un certo senso "facile", quello che però mi sorprende è stata la sua capacità di mescolare le sonorità e i tempi di tracce tipicamente dubstep ed ispirate alla bass music ad una melodia ed una musicalità tipiche della popular music.
Sento di dover ringraziare questo ragazzo per il suo lavoro e per aver donato al mondo della musica, sempre più noioso ogni giorno che passa, nuova vita.
Dal cupo dancefloor finalmente qualcosa che chiunque potrà e dovrà ricordare.
Lunga vita a JB.
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