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    Domenica 13 Marzo dalle 14.00 alle 02.00, Villa Bianco. Line up: Giammarco Orsini (Zu, O300f Recordings, Heko Records), Crocodile Soup (RAINBOW), Mattia Fontana (Clique Club), Alex Dima, Munir Nadir, BSKRS, Paolo Macrì..

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    10th Edition - 31 October - Lingotto Fiere

martedì 30 luglio 2013

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Hoola Baloon - Crowdfunding Music Contest

Hoola Baloon promuove il tuo progetto musicale con il crowdfunding 

Sei un musicista? Hai una band o sei stanco di lavorare per la grande industria della musica? Beh, non perdete l'occasione di promuovere e finanziare il tuo progetto con il primo concorso musicale di hoola baloon: Il primo Crowdfunding Music Contest europeo!
L'agenzia Hoola Baloon seleziona quei progetti musicali che dimostrano di essere attivi e desiderosi di far sentire il proprio contributo nel campo della musica indipendente.
Lo scopo è di consentire a tutti quei musicisti e gruppi che hanno bisogno di aumentare i loro fan, produrre il loro nuovo album, finanziare il loro tour  o semplicemente  manifestarsi al mondo del world wide web, di raggiungere il loro obbiettivo. 
I progetti selezionati saranno promozionati da hoola baloon e lanciati nel web attraverso l'attivazione di campagne di crowdfunding con l'appoggio di piattaforme di raccolta fondi internazionali. 

Cosa chiede HB ? Essere appassionati, attivi sul web e avere a disposizione almeno 10 brani originali e non legati da contratto di produzione e/o  distribuzione dei loro lavori (copyright free).

Che cosa offre HB? Tutta la nostra competenza come agenzia di crowdfunding conosciuta a livello internazionale e il supporto di organismi e reti nazionali dedicati al mondo della musica. 


Per informazioni sull'evento : http://a.pgtb.me/dpHlMT


Nell' iscrizione indicare il nome di 24 hours smoking people






giovedì 25 luglio 2013

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Interview / Adam Shelton


Adam Shelton è ormai un’artista riconosciuto internazionalmente, la One Records una delle etichette sulla cresta dell’onda e vi sono molti altri assi nella manica di Mr. Shelton che faranno parlare di lui e della sua musica. Dopo averlo conosciuto di persona abbiamo deciso di scavare più a fondo nella sua carriera e nelle sue ambizioni, scoprendo un incontaminata passione per ciò che fa.

-          Ciao Adam, come stai? Dove ti trovi in questo momento?

Ciao, al momento son a Londra appena rientrato da Barcellona per la settimana del Sonar, trascorsa tra i vari party e gli amici da rivedere. Mi sento bene (per una volta) dopo questa settimana quindi ho passato dei bei giorni!

-          Se guardi indietro ai primi step della tua carriera quali sono stati i momenti più significativi, gli eventi o le persone che hanno fanno la differenza nel tuo concept musicale?

Quando ho iniziato a comprare records nel 1995 le persone che ammiravo e seguivo erano artisti come Todd Terry, Masters at Work, queste erano le mie principali influenze in sostanza; in seguito Derrick Carter, Mark Farina e Dj Deep sono stati tutti importanti nell’aprirmi la mente a nuove cose e a nuovi modi di suonare.
Sono entrato nell’ambiente dei veri e propri party intorno al 1999- 2002 con il Circoloco ancora ai primi passi e con le prime feste Secretsundaze a Londra, questo è stato un grande passo nella musica e nella scena musicale che mi ha fatto arrivare a dove sono oggi.

-          Dopo tutti questi anni ed esperienza come dj “devi averle viste tutte”, ma cosa ti entusiasma ancora quando suoni?

I veri dj mi esaltano: Zip, Craig Richards, tutti quei djs con una collezione di records meravigliosa, quelli che ti fanno viaggiare quando suonano, che non hanno paura di fermare il disco e suonare qualcosa che sentono essere parte della loro storia. Non sono la persona a cui piacciono 3 ore di forti assordanti colpi di cassa e di bassi. Li trovo noiosi.

-          Sei un produttore molto versatile, sempre alla ricerca di nuove ispirazioni e suoni. Con chi vorresti suonare in questo momento, qualcuno che davvero pensi abbia un suono innovativo.

Mi piacerebbe lavorare con Dan Ghenacia, sono un grande fan della sua etichetta, delle sue produzioni e del suo vibe. Quando suona a mio parere è quello che riesce ad avvicinarsi maggiormente a ciò che vorrei sentire da qualsiasi dj.

-          Cosa c’è di nuovo nel tuo concept musicale o nel modo in cui tu concepisci il suono?

Mi sto impegnando a rimanere slegato da qualsiasi tipo di concept nella mia musica. Penso che quando accade è come se ti imponessi una data di scadenza, io voglio suonare, produrre e dirigere l’etichetta per ancora molto tempo, non voglio essere bloccato in un solo sound. Mi piace deep se proprio devo ammetterlo, ma amo anche l’idea di fare musica veloce, slow jams, dipende se si tratta di un remix e di come sono le parti, come è il tuo umore e anche il periodo dell’anno sicuramente porta ad esprimersi in modo diverso.

-          One Records, l’etichetta che possiedi assieme a Subb-an, sta ottenendo un grande successo. Quale pensi sia stato il suo segreto? La selezione degli artisti, una creatività comune che vi lega, il sogno di un qualcosa di innovativo e vivace allo stesso tempo…

L’etichetta sta andando bene, è stato fantastico rilasciare le produzioni degli artisti che abbiamo, e anche il fatto di conoscerli meglio e scoprire qualcosa in più di loro oltre alla musica. Io e Subb-an ci capiamo molto bene quando si tratta di gestire l’etichetta, dove vogliamo andare come artisti e come andare avanti con le cose, abbiamo una buona prospettiva con l’etichetta e noi crediamo che con il giusto team può realizzarsi.

-          Quali sono i tuoi progetti futuri per l’etichetta? Abbiamo sentito dire che stanno per uscire delle importanti release

Abbiamo qualche uscita molto bella, certo. Le ultime 5 in modo particolare sono state le più forti, ma stiamo ancora cercando di fare dei passi avanti anche in virtù della nuova immagine dell’etichetta, abbiamo qualche nuovo artista a bordo. Presto faremo uscire un fantastico ep di John Dimas con un un remix di Guti, a seguire il mio primo ep sull’etichetta che contiene un vocal di Francesca Lombardo.
Ora come ora abbiamo rilasciato un ep di Yamen e EDA con i remix di Subb-an e una collaborazione con Shaun Reeves, Jay Haze e Bill Patrick.

-          La scena musicale sta cambiando velocemente. Negli ultimi due anni abbiamo visto emergere le Boiler Room. Molti dj sembrano apprezzare questa idea dicendo che è un grande opportunità di esprimere sé stessi senza subire alcun tipo di pressione. Qual è la tua opinione a riguardo?

Io penso che le Boiler Room siano una cazzata, chi se ne frega. I dj sembrano molto a disagio ad essere filmati. Non si potrà mai ricreare il club e quindi io dico lasciatelo fare ai club. 

mercoledì 17 luglio 2013

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Saycet

Saycet è il progetto a cui ha dato vita il compositore parigino, pressoché sconosciuto, Pierre Lefeuvre. Ignoto ai più, tuttavia è stato in grado di produrre due album meravigliosi, sia per la raffinatezza dei suoni, sia per la ricercatezza di questi ultimi, i quali confluiscono in melodie trasognate ed effimere.
Il suo primo album, One day at home, esce nel 2006 per l'etichetta Electron'y'pop. Questo si configura come un disco solista, composto da nove tracce, ispirato, a detta dell'autore stesso, dalle sonorità dei Boards of Canada e dei Mum.

La copertina del primo album: One day at home
Il genere che propone Pierre può essere considerato un mix di ambient, IDM e downtempo con qualche influenza glitch qua e là.  
Le melodie sono cristalline, sporcate saltuariamente da suoni di sottofondo che raschiano la superficie altrimenti immacolata dei primi. 
La malinconia è senza ombra di dubbio l'emozione che scaturisce dall'ascolto di questo di questo LP. I suoni simili ad un carillon e i vocals contribuiscono a dare vita ad un disco che evoca paesaggi astratti e fiabe per adulti, come afferma l'autore stesso.
Le atmosfere sono infatti quelle di un sogno o, forse, di un ricordo. 


La sensazione di aver perso qualcosa, del non poter tornare indietro, ti pervade. Ascoltare questo disco è come guardare una vecchia foto, in cui si è giovani, nel momento in cui non lo si è più. 
Non mancano però, anche se sporadici, momenti di gioia, di relax e tranquillità che sfocia quasi nella noia, come se si volesse affermare che, dopotutto, è andata bene così ("A dream factory").

Dopo questo primo album, Pierre inizia a collaborare con la vocalist Phoebe Somsavath e, insieme a lei, che si occupa anche delle chitarre, dà vita ad un secondo album: Through the window.

La copertina del secondo album: Through the window
L'album esce nel 2010 per l'etichetta MVS Records e consta di dodici tracce.
Un'ulteriore novità per quanto riguarda i live, dopo l'uscita di questo secondo album, è l'apporto fornito dalla VJ Zita Cochet. Quest'ultima, attraverso visuals costituite da immagini e forme colorate, contribuisce ad accrescere l'aspetto cinematografico della musica. Il progetto Saycet, in questo modo, non si riduce ad un progetto musicale, ma diventa anche visivo.
Oltre che delle visuals durante i live, Zita si occupa anche dei video ufficiali.
  
I membri del progetto Saycet
Le atmosfere di questo secondo album sono molto simili a quelle del primo: oniriche, malinconiche ma con sprazzi di speranza, costruite attraverso i consueti suoni simili a carrillon e il pianoforte.
La grande differenza la fa invece Phoebe. Mentre nel primo album erano presenti voci sporadiche molto simili a campioni, stavolta la voce della cantante gioca un ruolo fondamentale essendo quasi sempre presente.

   

Chi ha amato il primo album forse potrebbe storcere il naso. L'attenzione si sposta dalla base alla voce o la base è impreziosita dalla voce? In certi casi l'una e in certi casi l'altra cosa. Una base semplice come quella di "Opal" è un diamante grezzo che viene raffinato dalla voce meravigliosa di Phoebe. 
Inoltre non possiamo criticare nulla a Pierre, il quale non si adagia sugli allori e continua a produrre perle perfette anche senza l'aiuto di Phoebe, come nel climax "Her Movie".

La collaborazione è vincente.
 Saycet: un progetto riuscito perfettamente.