Le giornate si susseguono spesso in modo banale:
ti svegli, esci di casa in ritardo, ascolti qualche disco, a volte bene, a volte alla leggera, mentre comunque sai che la giornata in qualche modo la dovrai tirare fuori.
Mentre scorri la home di un social e tra le notizie rilevanti becchi la nuova uscita di un artista che già tenevi d’occhio
Stiamo parlando di Daniel Avery, Dj e produttore Britannico passato dal fracassar chitarre nelle sale prove a creare vere e proprie perle di stile,talvolta electro,talvolta club ma pur sempre con un chiaro riferimento alla musica “suonata”, dalla crudezza delle armoniche da sala prove fino alle bassline più profonde e tipiche “Deepone acidone”.
l suo nuovo EP si intitola “Drone Logic” e fin dalla prima traccia provoca marcatamente l’ascoltatore con una linea di basso avvolgente, stonata e sexy, un corale in loop femminile accompagna quasi tutto il brano con i giusti intervalli il titolo Water Jump già prepara ad una melodia dinamica, e forse è una delle tracce più strumentali del disco, l’HI Hat estremamente sincopato si rimarca infilandosi in sedicesimi che ritmano in modo House la seconda parte della traccia.
La seconda traccia si intitola Free Floating ed è uno dei pezzi da Ascolto dell’ EP, molto ritmata, fa venir voglia di avere un penny sotto alle scarpe ed attraversar la città a suolate decise. Progressivo quanto basta, un po' Legowelt, un po' Apparat, con la sicurezza di uno stile proprio che Avery sà infondere ai suoi lavori.
Con la terza traccia comincia a farsi viva l’aria di Club...Drone Logic è una intro bella da sentire appena messo piede in un club,la tipica “sberla” che ti mette subito a tuo agio...Synt acido, cassa dritta, hi hat in festa: insomma ,siamo finalmente di fronte alla faccia dancefloor dell’ EP. Sebbene a tratti possa far cadere in momenti Noise, la vera intenzione come lo stesso Daniel confida a riguardo del disco è: “The one thing I knew was that I wanted this record to be a trip. All my favourite artists and DJs, they take the audience with them when they play; people lock into their world for a few hours and can’t easily step out again. You’re with them for the ride. When I go out, I want to give myself up to music. That was the idea for the album.”
Ok, giusto il tempo per acclimatarsi con Drone Logic che ecco arrivare una bomba di quelle da ola nel Club, Theese Nights Never End è a mio avviso una delle tracce Acid più potenti del 2013, forse una delle più distintive di tutto il lavoro: molto “nuova”,non collocabile né nella acid anni 90,né in quella attuale,insomma un lavoro eclettico e molto personale.
Giunge a tirar fuori dal Dark acido della precedente “Naive Response” fresca, ma nell’ insieme forse uno dei brani meno personali e complessi di tutto il lavoro. Uno di quelli che “se non ci fossero sarebbe uguale” o forse meglio..Comunque c’è, come esiste il tasto forward.
Siamo al dunque: fino all’arrivo della traccia numero 6, si potrebbe pensare che il disco sia la solita rimenata di roba figa dettata anche a volte un pò dal colpo di fortuna di un novello,ebbene è questo il momento di ricredersi. Qui si sovverte tutto quello che si è appreso fin ora, si fa avanti la vera realtà del disco: ”il viaggio”
Platform Zero arriva come una rugiada ghiacciata, una brina ad attutire ciò che i pezzi successivi saranno.
Un pianoforte limpido su un atmosfera a tratti ruvida, sonorità alla Alva Noto, potenti e sporche sul finale..semplicemente fantastico!
Traccia numero 7 “need electric” una sberla...Vi siete forse persi in ambientazioni malinconiche e gioviali fino a poco fa? è ora di tornare sulla terra,anzi più in profondità...dentro noi stessi…
Il cantanto parla di Experience, ed è proprio questo il punto!
Qui si fa viva l’esperienza nelle mani Avery, la sua capacità di tenere tutti incollati allo schermo a seguire le onde d’urto dell’ asteroide che s’abbatterà sulla pista da li a poco.
As i promise l’asteroide atterra in pista: traccia numero 8 “All i need”. Decisamente retrò, ma con qualcosa di nuovo e un sacco figo,un ritmo più spezzato e dub che ci richiama all’ origine underground Britannica del disco.
Simulrec è invece un disco da ascolto: french touch quanto basta,ma negli occhi la limpidezza che fà di avery uno di quei producer da tenere d’occhio nei lavori futuri,quì si denota davvero la sua capacità di lavorare a tutto campo e di rimbalzare da una linea melodica ad un altra come un musicista ben istruito.
traccia 10 Spring 27...nulla da dire
Gli ultimi due lavori dell’ EP sono i più Electro,ma anche quelli che ci danno la possibilità di capire chi c’è dietro a questo ragazzaccio…
Phantasy Sound è l’etichetta che crede in Avery e lo produce, al pari di Ghost Culture,Connan Mockasin,Erol Alkan e...si insomma ci siamo capiti,stiamo parlando di grandi artisti ed in parte unici nel loro genere..
Drone Logic è uno dei Must del 2013 ed anche il disco che riconferma Daniel Avery dopo le sue prime produzioni come uno di quei producer che ci auguriamo possano dare tanto alla musica.
Buon Ascolto.
Manuel Giacometti
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