Premettiamo che la sua produzione
(ormai trentennale) è da osservare
sempre e comunque
con divertita preoccupazione.
Ora, tralasciamo l'introduzione storica/temporale che sappiamo bene tutti coincidere con il periodo post anni '70, un periodo di cambiamento in cui la moda diventa un vero e proprio serbatoio di idee e di contenuti socialmente rilevanti, prima di sfociare e negli anni '80.
Arriviamo a parlare della stilista inglese attraverso alcune sue creazioni, che si potrebbero tranquillamente ambientare in un teatro dell'assurdo, sfidando ogni regola della portabilità e della gravità. Ecco alcuni (non li svelerò tutti) dei più importanti modelli che hanno segnato la storia e le collezioni di Vivienne Westwood.
...così potrete anche avere un parere personale in merito,
quando dite che la Westwood vi piace tanto..........
Bisogna iniziare quindi con i SEDITIONARY BOOTS e i PIRATE BOOTS che rappresentano l'orientamento outsider della stilista inglese.
Seditionary Boots - 1976 - (img a sinistra)
Tomaia in pelle rossa con applicazioni in metallo argentato sulla mascherina.
Allacciatura al collo del piede e alla caviglia con fibbie in metallo.
Pirate Boot - 1981 - (img a destra)
Stivale con tomaia in pelle o scamosciato. Allacciatura in metallo o cuoio naturale beige all'altezza del collo del piede, della caviglia e del gambale. Questo modello è stato prodotto in tantissime versioni, dagli anni '80 siano ad oggi, lo si trova in negozio intorno al modico prezzo di 400 euri circa
Arriva ora il momento della serie iniziata nel 1982: SUPER ELEVATED BOOTS.
Ogni riferimento alle band glam rock e al look delle New York Dolls (band pre-punk) è puramente casuale.
Esteticamente irresistibile è il SUPER ELEVATED COWBOY BOOT
della collezione Cafè Society del 1994.
Gambale in vernice nera con profili in argento, decorazioni a spruzzo in oro sul davanti, tomaia in PVC nera decorata con motivo floreale bianco che riveste anche il plateau. Tacco: 19 cm.
Celebre, anche per merito della caduta di Naomi Campbell durante la sfilata di presentazione della collezione Anglomania del 1993 è il MOCK-CROC SUPER ELEVATED GILLIE.
Scarpa con tomaia blu in pelle stampata a texture coccodrillo.
Scarpa senza linguetta, allacciatura con stringa passante attraverso
occhielli sui bordi superiori della tomaia. Tacco: 21 cm.
Infine, il SUPER ELEVATED LACE-UP ANKLE BOOT - Stivaletto con allacciatura e tomaia in jeans con stampa floreale.
Tacco a campana: 21 cm.
Datato 1993 e indossato da Vivienne Westwood
per il noto ritratto di Jurgen Teller.
Una delle mie personali serie preferite, in cui l'estetica si tranquillizza ma il fascino resta insormontabile è quella Buffalo del 1982 con la BUFFALO BAG BOOT, il tronchetto con l'effetto sacco sul collo del piede, con tomaia in pelle e lacci in cuoio che chiudono la parte del gambale.
Allo stesso livello c'è la ANGLOPHILLA SAC or BAG BOOT della serie Anglophilla del 2002, stivaletto con allacciatura a nastro intorno la caviglia. Tacco a campana, rivestito in pelle.
Chiudiamo in bellezza con qualche modello pronto a illustrare i mondi che Vivienne Westwood riesce a riportare nelle sue creazioni.
RED BOOT WITH MIRROR BUCKLES - 1999
ispirazione al tardo settecento.
Stivale con gamale e tomaia in vernice rossa,
aperti nella parte frontale.
Allacciato alla gamba e al collo del piede
con fasce in vernice rossa,
chiuse da fibbie in plexiglass lavorato a specchio.
TOILE PRINT BOOT - 1996 -
ispirato alla pittura fiamminga,
(sembra quasi una ceramica di Delf)
Stivale in PVC stampato,
con disegni blu.
Punta rialzata e tacco a cono allargato.
Per tutto il mondo del fetish e
della sessualità esplicita,
nel 1995 esce la PENIS SHOE,
che raggiunge veramente il massimo dell'espressione in questa "poetica" portata avanti dalla stilista a cui si riferiscono anche tutte le creazioni della collezione Erotic Zone del 1995,
con i modelli come LACE-UP NURSE SPOON o MARY JANE SPOON, scarpe da infermiera o governante,
ma con un tacco 15,5 e una linea decisamente provocante.
thanks to "Vivienne Westwood Shoes" book,
a cura di Luca Beatrice e Matteo Guarnaccia.
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