Non scrivo questo articolo per
comunicarvi la data ma unicamente per evitare che questa sua presenza
in quel di Torino venga fraintesa.
“Il Villa” infatti sarà in
Piemonte per una delle tappe legate al tour del suo ultimo album,
pensato, prodotto e creato a 4 mani con Max Louderbauer (Moritz Von
Oswald trio) e lontano anni luce dalla techno minimal-sperimentale
che ha donato fama internazionale al DJ di origini cilene:
Ricardo Villalobos + Max Louderbauer
/ Re:ECM / ECM / 2011
Il mio unico obiettivo è evitare che qualche “zarretto” col cappellino girato in parte si presenti al Teatro Colosseo con la speranza di ballare tutto sudato sotto la consolle.
Non sarà infatti questa
l’occasione per godersi Ricardo ai piatti, anzi.
L’album in questione è una
rivisitazione del suono universale del catalogo ECM di Manfred Eicher
arricchito da microscopiche variazioni e dalle voci di Max
Louderbauer e di Cassy (assoldata strada facendo durante un incontro
estemporaneo avvenuto fuori dallo studio di registrazione).
Per capire l’importanza del progetto dub / ambient / IDM di cui sto parlando basta pensare che l’etichetta sopraccitata ha dato la luce, negli anni, ad importantissime opere di –tra gli altri- Enrico Rava, Chick Corea e Keith Jarrett.
Nell’ultimo periodo fin troppa gente
con scarsa conoscenza di arte e musica si è permessa di
fischiare ed insultare durante i suoi set “colui che con Richie
Hawtin ha prima creato e poi rivoluzionato la minimal tra anni ’90
e ‘00”.
Queste persone non hanno mai neanche
provato a comprendere l’ambizione, il genio e la sfacciataggine di
un artista che senza mai risparmiarsi ha arricchito come pochi altri
negli ultimi 20 anni il panorama elettronico mondiale.
Questa gente, che ha fatto del
dancefloor la sua seconda casa, sputa sull’ispirazione artistica e
sull’improvvisazione e dopo anni corre ancora dietro al ciuffo
biondo dell’ex collega-rivoluzionario di Villalobos di cui ho
citato il nome qualche riga sopra (vedere la voce “artisti in
rovina” dell’enciclopedia della musica per capire che fine ha
fatto “il Plastiko”)
Branchi di ignoranti che non conoscono
nè il suo passato né il suo pensiero vanno ogni estate
all’”ipermercato del club” assaporando gli stessi beat da
decenni e non riescono a capire che “quel caschetto sudato”
dietro la consolle, viene invitato a suonare ovunque nel mondo e
strapagato per far quello che vuole e NON per far piacere a loro.
Per fortuna la stima dello
“star-system” nei confronti di RV è di gran lunga
superiore alla pochezza di questi sgradevoli personaggi ed è
proprio questo ciò che lo spinge ad osare sempre di più
fino a farsi fischiare dalla folla impazzita e desiderosa di nulla se
non di un BUM-BUM-BUM.
Questo è un concetto che reputo
importante per capire dove voglio arrivare:
Ricardo Villalobos ormai suona quel che
vuole (Techno ma anche ambient e IDM in un unico set) ,
e lo fa dove vuole (Fabric, Cocoon,
durante l’apertura dei concerti di Bjork – sì sì
proprio lei -, seduto in consolle durante un after in villa, nei
documentari su di lui), strabattendosene i coglioni di quel che pensa
la gente. Insomma, lo fa con stile.
Gli unici applausi che cerca sono
quelli al genio e alla passione.
“Ubriacone”, “alcolizzato”,
“tossico”…le critiche della gente gli danno l’energia che gli
serve per andare avanti senza guardare in faccia nessuno:
tutti lo criticano ma tutti lo vogliono
e dopo anni di “fallimenti” (io personalmente non li definirei
così) è ancora uno dei DJ più richiesti al
mondo, con uno dei cachè più alti in assoluto e di gran
lunga ancora il più stimato ed acclamato dalla
critica…chiamatelo scemo ma, foste in lui, cosa fareste?
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