Ancora oggi, in qualche modo, sorprende vedere delle signorine smanettare
dietro la consolle.
Eppure il djing ormai si sa, non è più solo una cosa pour homme, come l’eau de toilette,
e sono le dj per prime a bannare l’idea del “mono-sex” ai piatti.
e sono le dj per prime a bannare l’idea del “mono-sex” ai piatti.
Al massimo c’è
l’unisex.
Se sei bravo ti guadagni la consolle, altrimenti ritorni in pista.
Sebbene vi siano ancora molti
critici che vogliano separare le “tette dalle palle”,
nel vero giornalismo
musicale tutto ciò non esiste.
Non c’è battaglia dei sessi ora come ora a
“Clubland”,
solo talento, creatività e voglia di scuotere gli animi.
Loro ne
sono la dimostrazione.
THE BOSS: ELLEN ALLIEN
Artisticamente nata a Londra ai
picchi della acid-house,
questa donna ha raggiunto livelli di realizzazione
professionale a cui tuttora molti dj di alto livello aspirano.
Dj/producer,
padrona della Bptich Control, stilista,
si è esibita nei club che contano
a partire da pietre miliari come l’E-Werk
(il primo club con una location
industriale).
E’
responsabile tanto quanto artisti come Richie
Hawtin, Ricardo Villalobos e
Sven Vath dell’esportazione della techno a livello
mondiale. Ha alle spalle più di 10 tour del globo.
La sua label, che quest’anno
vanta 14 anni di produzioni, si può definire affamata di sound e spazia tra tutte le
sfumature della musica...dalla techno all' elettronica passando per la dubstep.
Agli inizi di Marzo
uscirà un nuovo album su Bpitch Control intitolato “Where the Wind Blows”
che impegna artisti di vario calibro come Dillon, Telefon Tel Aviv, Eating Snow, Joy
Wellboy, Jahcoozi feat. Barbara Panther, Mr. Statik, Camea, Tomas Barfod,
Chaim, David K, Aérea Negrot, Viadrina, Kiki and Jaw, Thomas Muller, Cormac
and Apparat.
In una
recente intervista su Ransom Note ha confessato
che l’artista che ora come ora che
la emoziona di più è Dillon. Viva le
donne?
MAGDA: MINIMAL QUEEN
Che mondo sarebbe senza Richie Hawtin?
Sicuramente se l’è chiesto un
paio di volte quella che oggi viene
considerata la regina indiscussa della
minimal.
Un incontro, il suo, alla sliding doors, che ha lanciato la sua
carriera verso l’infinito e oltre.
Assieme a Troy Pierce era la pupilla della
Minus a cui fa capo il master-chef della minimal stessa.
Di diritto figlia della
seconda ondata di dj marchiati Detroit.
Insieme
a Pierce e Marc Houle è diventata produttrice, dopo anni di djing,
realizzando una propria etichetta: Items and Things.
Magda è curiosa per
definizione, sperimenta combinazioni techno, house ed acid house infilandovi suoni
organici, impregna i suoi EP con bassline viscerali che ti trascinano dritto
nel lato oscuro della musica.
Una base densa che avvolge e anestetizza i sensi,
scomposta solo da sonorità avveniristiche.
Quando dico questo vi basti
ascoltare tracce come “Panna cotta eyes” o
“She’s a dancing machine” per citare
le più celebri.
GROWING FAST: MAYA JANE COLES e LAURA JONES
Queste sono le due Dj sotto i riflettori della popolarità in questi
ultimi due anni.
Made in Uk, entrambe si possono dire “giovani” artiste:
Maya di età, ma già con quasi 10 anni di esperienza;
Laura, più matura, ma di
fatto entrata nel mondo del djing nel 2006.
Tutte e due possiedono una solida
cultura musicale che ha influenzato il loro stile: Laura di formazione classica
e della primitiva dance-pop, ha un approccio melodico con bass line vibranti, mentre Maya con
un background che va dalla Dub al Punk passando per Soul e Jazz, è sicuramente la più eclettica fra le due. Imposta spesso suoni vivaci, mischiandoli con vocalità elaborate.
Il 2011 è stato decisamente l’anno del lancio
di Laura che ha fatto centro 3 volte su 3
con le sue releases “Inner place” (Crosstown
Rebels), “Love in me” (Leftroom) e
“Live a little” (Visionquest) al top delle
charts per lungo tempo.
L’ultimo EP è
fresco fresco: ”Sensoramic” su Visionquest. Again.
La lista per Maya sarebbe troppo lunga sia come collaborazioni che per quel che riguarda mixes, date e
produzioni.
Il suo successo è arrivato anch’esso nel 2011, lo testimoniano le
numerose copertine
di alcuni più importanti magazine del settore e non (Groove,
Crash, Vogue,etc.),
entro i primi mesi del 2012 si è esibita in più di 30 Paesi.
A fine anno, per chiudere in bellezza,
ha rilasciato l’album “Easier to
hide” debutto della sua label I/AM/ME.
FROM RUSSIA WITH LOVE: NINA KRAVIZ
Siberiana e amante dell’analogico.
Mentre ve la immaginate in tutto il suo splendore con indosso le cuffie (e i
vestiti vi prego),
siete ipnotizzati dalla sua house coi tacchi a spillo.
Groove raffinato ed essenziale allo stesso tempo, una buona andatura e
loop
astratti che ti proiettano in un atmosfera post-nucleare in perfetto stile
Panorama bar.
Nina esula da uno stile e da ogni riferimento, segno di una forte
personalità e di voglia di stupire.
Lo dimostrano i diversi percorsi sonori
intrapresi tra UQ, Rekids e Naif in un’alternanza di house selvaggia, colpi di
frusta in cassa dritta e vocalità digitali.
Di fine gennaio sono i remixes
usciti su Rekids di Marcellus Pittmann e
Urban Tribe su tracce come Taxi Talk e Working che non fanno che esaltare il lavoro di Nina.
And don’t forget…
Blondish |
Margaret Dygas |
Heidi |
Deniz Kurtel |
Cassy |
Tini |
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