giovedì 22 novembre 2012

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Interview / Rudemates

C'è un movimento intero che negli anni è rimasto inesplorato da parte nostra ma che in questi ultimi tempi comincia ad intrigarci.
Il movimento electro.

Per non rimanere impantanati nella nostra ignoranza abbiamo incontrato i Rudemates (Luca  e Baldo), duo torinese al centro della rinnovata scena electro italiana, fresco fresco di Movement 2012 e di una performance appena prima dei 2 Many djs al main event del 31 ottobre.



 Come mai l'electro e come mai ora? Cosa vi ha dato l'input per credere così tanto in un genere che sembrava morto? 

Baldo: Quello che abbiamo avuto più di altri è stato il coraggio. Il coraggio di investire su un genere che, come hai detto tu, tutti definivano sepolto.
Genere che però ora ha anche ripreso ad evolversi...come tutto intorno a noi, e si avvicina ad un concetto di concerto che appassiona proprio perchè mai buio e monotono ma sempre vivo ed entusiasmante, piace alle ragazze ed ai ragazzi, si fa cantare e ti fa ballare.

Fra di voi c'è una grande differenza di età ed esperienza ma siete comunque riusciti ad amalgamarvi bene direi. Come?

Baldo: Sono proprio le nostre differenze a fare la nostra forza: lui ci mette l’esperienza, io ci metto la voglia. Per il resto a me esalta maggiormente la produzione che è poi la ragione per cui ho deciso di intraprendere questa strada. 

Luca: il rapporto vecchio/giovane nei Rudemates credo sia "saldato" da una smodata passione per la musica di entrambi, il che permette a Baldo di gestire il tutto con il piglio di un professionista, e dà al sottoscritto la voglia di fare di un teenager, rendendoci intercambiabili quando serve, e dandoci la possibilità di spostare "l'asticella" sempre più in alto, per cercare di migliorarci sempre.


Qual'è il rapporto con il djing nel mondo dell’electro?

Luca: è una concezione un pò diversa rispetto ai canoni di altri generi, i dj set in linea di massima non superano l'ora, anche perché è un genere parecchio coinvolgente anche per chi lo suona, dove la performance artistica e quella fisica si intrecciano per trasmettere una carica positiva al dancefloor, da chi salta insieme al pubblico sulle ripartenze, per arrivare agli estremi di chi conclude i propri dj set facendo stage diving sulla folla. Quindi, per il mio punto di vista, è imperativo trasmettere il proprio "vibe" al pubblico, rendendoli partecipi il più possibile.

Baldo: Questo è un tema a me molto caro: quello della perfomance del dj nella seconda decade del 2000. Credo che il pubblico si stia stancando di vedere la gente mettere i dischi; il mistero del mixaggio si è oramai sciolto e un po’ tutti sanno che il computer ha reso tutto tecnicamente più “semplice”. Questo chiaramente valorizza l’importanza della selezione, ma, soprattutto nell’electro, la necessità di una spintina in più verso la direzione della performance live. 
È importante che il pubblico si chieda “che stanno facendo lassù?”. Noi ci stiamo lavorando.

Si sta quindi trasformando radicalmente il rapporto forma / sostanza? Supporto / musica.

Baldo: Una risposta chiara non c’è e necessiterebbe di un saggio per valutarla. Ciò che è sicuro è che le cose “vanno di moda”. E se “non vanno più di moda” bisogna reinventarle. 

In questo cambiamento sostanziale del mondo dei club e della musica elettronica quale contributo ha dato il marketing via via sempre più aggressivo?

Luca: Il marketing attualmente è direi basilare, almeno per quanto ci riguarda, sopratutto nel momento in cui la diffusione della serata,di un marchio o di un artista può arrivare su fasce di pubblico parecchio distanti dai suoi frequentatori (Social Networking, You Tube, Instagram, etc, Music Clouding) non fermandosi al semplice passaparola di chi già ti conosce o frequenta i tuoi parties. 
Essendo quindi per noi un aspetto molto importante, cerchiamo di essere il più possibile attenti a piacere ai nostri attuali followers nei club, e a cercare di essere il più affascinanti possibile nei confronti di nuovi supporters, utilizzando tutti gli strumenti che l'universo del djing 2.0 mette a nostra disposizione. 


Attualmente uno in particolare tra i vari progetti che avete in ballo, sta avendo un discreto successo, SAY YEAH: 

Luca: Sì, Say Yeah é un progetto artistico a tutto tondo, ancora giovane (nato a Settembre 2011), con l'intento proprio di rendere mainstream il genere musicale electro, nelle sue varie sfaccettature, del quale possiamo definirci "pionieri subalpini", supportando un movimento che altrove (Europa e USA) è già ben diffuso e radicato.
Grazie anche al supporto di business partners importanti come Movement, siamo riusciti a portare a Torino nomi importanti e nuovi talenti come Deadmau5, 2 Many Dj's, Bloody Beetroots, NT89, Mumbai Science solo per citarne alcuni e prossimamente Kavinsky.



Quali sorprese ha in serbo per voi e per noi il futuro?

Luca: Potrebbe sembrare una banalità, ma per quanto mi riguarda il futuro è adesso. Il progetto Rudemates è attivissimo con
Say Yeah per il clubbing, e con Movement per quanto riguarda i festival.

Vedendo per entrambi crescite esponenziali, direi che è giusto concentrarsi al meglio su questi progetti.

Discograficamente parlando invece, abbiamo in cantiere diversi ep, con influenze diverse, qualcuno future techno, altri più electro oriented. Tutti in uscita entro la fine del 2012 e primi mesi 2013.

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