Robots are back.
Pochi album sono stati così attesi nella storia della musica.
Random access memories è il primo vero e
proprio album firmato Daft Punk
dopo quasi 8 anni di vagabondaggio.
14 tracce
registrate in studio con orchestra, un coro di “voci bianche” e un cast
stellare che include Pharrell Williams, Nile Rodgers, Julian Casablancas e Giorgio
Moroder.
RAM rivisita e allo stesso tempo celebra le memorie musicali del duo,
un
chiaro ricordo che come tale ha una nota melanconica presente in ogni traccia.
Ascoltandolo ci si accorge come vi siano varie influenze dal jazz,
electro-funk,
e il tutto sia una commemorazione alla dance nella sua funzione
vitale.
E’ sicuramente stata una sorpresa
per tutti coloro che si aspettavano un sapore più digitale,
elettronica allo
stato originale propria delle funky
machine più celebri e celebrate.
A parte un sintetizzatore modulare e
alcuni vintage vocoders,
RAM è lontano dal sound rivelatore di Homework
che ha spazzato via qualsiasi
regola della house dei tempi in cui fece la sua uscita.
Questo è di certo un album come
pochi ormai ne escono ultimamente:
si ascolta tutto in una volta, come uno shot
al bancone.
Non annoia e scorre anche nelle tracce più lunghe come “Giorgio by
Moroder”(9 minuti),
gli arrangiamenti sono ricchi e magistrali, tecnicamente e
strutturalmente è estasiante,
i Dj son delle star come pure le collaborazioni
con artisti colossali (Omar Hakim, Chris Caswell per citarne due).
Con questi ingredienti una torta
non può venire cattiva per forza.
Eppure tutto sembra un prendere e
rimasticare cose già masticate, anzi oserei dire digerite. Far rivivere i propri guru attraverso le proprie produzioni non dovrebbe trasformarli in una tribute band totalmente assorbita da un suono datato, anziché rielaborarlo con toni contemporanei, se proprio non innovativi.
Dopo tutto il
marketing, i mesi di attesa del “esce, sì ma quando!?”, lo streaming a inizio
mese, immagini iconografiche e poi..?
Un'operazione di
marketing stellare con grandi nomi ha mascherato forse una mancata ispirazione
per un
attesissimo grande rientro di coloro che, anni fa,
hanno scardinato le fondamenta
dell’elettronica con geniali intuizioni sonore.
Insomma qualcuno li ha ibernati 10 anni fa e scongelati ora?
Forse rimanere fuori dalla scene per tutto questo tempo ha fatto perdere loro
l'ambizione di cercare nuove ispirazioni e stupirci come con Harder better faster stronger.
Le chiavi di lettura possono essere diverse per giudicare questo album: il peggiore album dance della carriera dei Daft Punk se lo cerchiamo fra la musica elettronica, oppure la migliore produzione funky-jazz.
In una recente intervista su BBC
Radio 1 hanno rivelato che presto usciranno i remix di RAM,
e a rieditare l’album
saranno loro stessi.
Tutto rivisto in chiave più contemporanea, meno
strumentale e
potenzialmente qualcosa di fenomenale.
Il primo remix è atteso
per fine giugno e sarà di Get Lucky
primo singolo e di gran lunga quello più
orecchiabile dai clubbers mondiali.
Speriamo che la genialità si concentri qui.
Attenderemo, di nuovo, con ansia…o forse no.